Penso che nelle ultime settimane tutti, bene o male, siamo venuti a conoscenza che il dott. Giuseppe De Donno, primario di pneumologia dell'Ospedale di Mantova, ha messo a punto un protocollo per la cura (nello stadio più avanzato) della patologia da Covid-19, utilizzando la terapia del plasma iperimmune.
Basta fare una piccola ricerca su Google e le notizie si accavallano, con uno strascico di polemiche che penso siano state create ad artificio.
Non sono un medico e non voglio entrare nella discussione scientifica, ma come uomo della strada mi piace raccogliere le informazioni e farmene un'idea usando il buon senso.
Da una parte abbiamo una terapia, quella del plasma, super collaudata in medicina che è stata scoperta alla fine dell'Ottocento ed è stata sperimentata sull'uomo per la prima volta nel 1918 durante l'epidemia di Spagnola.
Un metodo, quello del trattamento del plasma, oggi assolutamente reso sicuro, basti pensare alle decine di migliaia di unità trasfusionali presenti in tutto il mondo. Ogni giorno, in tutti gli ospedali, si fa ricorso a trasfusioni di plasma e di sangue per le più svariate patologie e per gli interventi invasivi.
Nel caso del Covid-19 è stata sperimentata l'infusione di plasma in Cina all'inizio della pandemia e quello studio è stato poi proseguito in Italia dal dott. De Donno.
La medicina trasfusionale è sorretta economicamente dalla ricerca scientifica, che il più delle volte è pagata dagli enti pubblici (università e ospedali) e dalla donazione, senza scopo di lucro, di milioni di volontari che ogni anno si adoperano per questa missione.
Da quello che ho inteso dalla stampa, con il plasma si può mettere a punto una terapia che faccia guarire il malato. I risultati dei pazienti trattati a Mantova e Pavia sono sorprendenti e anche per i casi più gravi non si sono registrati decessi.
Ho capito anche che non è possibile immaginare di usare lo stesso metodo per "vaccinare" l'intera popolazione.
Perché gli studi fatti dal dott. De Donno non sono emersi attraverso i più noti canali mediatici?
Le notizie riguardo la terapia del plasma iperimmune sono emerse attraverso i social network a seguito delle testimonianze dei sanitari e dei pazienti guariti. Sono poi state riprese dalla stampa locale e da quella indipendente.
Queste notizie hanno impiegato giorni ad arrivare a risuonare nei telegiornali nazionali!
Per settimane siamo stati bombardati da una campagna mediatica costruita dai grandi network mondiali che ha coinvolto noti accademici, alcuni dei quali sono rimasti onnipresenti in televisione con lunghe interviste ed addirittura con appuntamenti quotidiani nei talk show.
Il mantra di queste trasmissioni è tuttora il seguente: "Le case farmaceutiche stanno lavorando assiduamente alla ricerca del vaccino", "Ci sono più di 100 tipi di diversi vaccini allo studio", "Solo un vaccino ci potrà fare tornare alla normalità"... e poi ancora notizie contraddittorie sui brevetti di questi nuovi farmaci.
Un noto politico del passato forgiò una frase che diventò famosa: "A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca!". Purtroppo è risaputo che dietro ogni epidemia ci sono gli interessi economici delle case farmaceutiche, di conseguenza diventa labile, in situazioni come quella corrente, il confine tra il business e la speculazione.
Nei miei articoli non voglio fare né politica, né polemica (prego astenersi i commentatori che vogliono solo lanciare accuse senza dare un vero e proprio contributo alla discussione), ripeto a me piace usare il buon senso.
L'eterna lotta tra il bene ed il male
La relazione scientifica, riguardo la terapia del plasma iperimmune, che sta per essere pubblicata dal dott. De Donno, nasce dall'esperienza diretta dei medici che, dopo gli studi, si trovano tutti i giorni negli ospedali in prima linea a mettere in pratica le teorie che hanno acquisito. Gli stessi medici studiano le dinamiche dei decorsi ospedalieri e, come nel caso del Covid-19, lo fanno prima che vengano diramati i protocolli e che vengano elaborate le statistiche.
Lo hanno fatto anche in questa evenienza, sperimentando l'uso del plasma, nel disperato tentativo di salvare delle vite umane.
Sono studi e scelte dettate dalla concreta esperienza ospedaliera, con un fine preciso: quello di risolvere il problema e di salvare una vita senza badare ai costi ed agli "sponsor".
In questo caso, ironia della sorte, la cura costa veramente poco, si parla di circa 80/90 euro a paziente: il costo della sacca e del prelievo del plasma del donatore che deve essere eseguito con l'apposita apparecchiatura presente nei centri trasfusionali.
Ed è proprio in quest'ultima affermazione che l'attenzione del lettore attento si polarizza: sulla parola "DONATORE".
Infatti in questa specifica cura la "materia prima" viene donata dalla persona che è guarita dalla malattia ed il costo della "produzione degli anticorpi" è inesistente, perché quello è un dono che Madre Natura ha fatto al sistema immunitario dell'uomo!
Il nostro sistema immunitario: il più complesso, efficiente e potente dispositivo chimico-biologico che esiste al mondo, un sistema che ha la capacità di auto-apprendere e auto-programmarsi!
In queste ultime righe il verbo "donare" è stato usato forse troppe volte, lascio a voi commentare l'altra parte della medaglia, quella relativa al business, nel quale il verbo "donare" difficilmente trova spazio.
Le case farmaceutiche e la ricerca farmaceutica sono pregiate ed indispensabili per mantenere e migliorare la nostra salute, ma guai ad inciampare nelle speculazioni...
Mi auguro che il mondo della scienza non faccia distinzione tra donazione e business e davanti al flagello che stiamo vivendo vengano adottati i protocolli per salvare vite umane.
Sarà forse per il fatto che sono cresciuto con un'educazione Cattolica, comunque sia credo fermamente che il "buon senso" sia il vero protettore della specie umana.
Per questo motivo sono fiducioso che, a lungo termine, il bene prevalga sul male e che l'amore sia più forte dell'odio, se così non fosse ci saremmo già estinti!
Notizie che hanno ispirato questo articolo:
28 aprile 20202 “La terapia al plasma contro il coronavirus funziona, speriamo non ci mettano ostacoli” Prof. De Donno
5 maggio 2020 Giuseppe De Donno: ‘Burioni ci attacca, ma il plasma iperimmune è sicuro, economico e batte il coronavirus’
15 maggio 2020 La battaglia sul plasma iperimmune a un passo dal tribunale
Daniele Pezzali consulente in Procurement & ICT (visita: www.danielepezzali.com)
17 maggio 2020
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