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Immagine del redattoreDaniele Pezzali

Il temporary management nelle grandi aziende e nelle multinazionali



A volte si crede che le aziende di grandi dimensioni e le multinazionali, perché più strutturate rispetto a realtà di dimensioni minori, non abbiano bisogno di ricorrere al temporary management. Non è così. Queste aziende possono trarre vantaggio dall’affidare progetti specifici a temporary manager qualificati. Il temporary management permette loro di raggiungere in modo efficace determinati tipi di obiettivi o di affrontare situazioni di natura straordinaria.

In questo articolo, i due manager, Daniele Pezzali* e Constantin Wizemann**, condividono le loro riflessioni relativamente all’impatto positivo di progetti di temporary management in aziende di grandi dimensioni e nelle multinazionali.


La velocità: un vantaggio decisivo

Le grandi aziende e le multinazionali sono, per definizione, strutture importanti e complesse. Sono organizzazioni regolate da policies dettagliate e procedure precise. Come ben evidenziato nel recente articolo “Complexity and multinationals” di Larsen, M. M., Birkinshaw, J., Zhou, Y. M., & Benito, G. R. G. pubblicato in Global Strategy Journal, 13(3), 535–551, questi tipi di aziende devono affrontare una considerevole complessità nell’operare in contesti fra loro diversi e con un livello alto di incertezza. Sono caratterizzate al loro interno da delicati equilibri sia a livello di top management e/o sia a livello delle varie unità del gruppo. Ogni loro decisione o azione può impattare fortemente i Paesi in cui operano, anche a livello politico. A causa di questi fattori, queste aziende difficilmente possono muoversi velocemente.

Anche quando si cerca una nuova risorsa, il processo di selezione e assunzione può risultare piuttosto lungo. È necessario confrontarsi con diverse funzioni aziendali: una tale decisione richiede, ad esempio, valutazioni sui budget. Inoltre, è necessario rispettare le procedure e le politiche di assunzione. Tutto ciò può rallentare il processo e, dunque, non essere in linea con l’esigenza di coprire con una certa rapidità una funzione sguarnita.

Ecco, dunque, che ricorrere al temporary management diventa un’opzione molto valida. In un arco di tempo brevissimo, a volte poche ore, si può identificare ed inserire una risorsa competente e pronta a “rimboccarsi le maniche”, a “scendere in campo” per gestire la funzione.

Daniele e Constantin concordano che è proprio l’aspetto della quasi immediata disponibilità del temporary manager ad essere particolarmente allettante per queste aziende.

La rapidità è funzionale a soddisfare delle precise esigenze di queste aziende:


1. Copertura di posizioni vacanti

Sia Daniele che Constantin indicano le posizioni vacanti, il cosiddetto vuoto manageriale, come il motivo più frequente per il ricorso al temporary management da parte di grandi aziende e di multinazionali. Per esempio, in caso di improvvisa assenza o dimissioni di un dirigente, un temporary manager può assumere rapidamente il ruolo, evitando interruzioni nell’operatività e, dunque, garantendo un certo livello di continuità. Nel mentre, l’azienda può attivare la ricerca di un sostituto permanente concedendosi i tempi necessari a identificare la risorsa più adeguata.


2. Formazione e sviluppo del personale interno

Costantin conferma che, come corollario alla copertura del vuoto manageriale, i temporary manager possono anche offrire formazione. Questo ha un grande appeal per l’azienda. Infatti, i manager possono assumere il ruolo di mentor: trasferiscono nuove conoscenze e competenze al team interno per rafforzare le capacità manageriali a lungo termine.

Inoltre, aggiunge Daniele, possono aiutare a individuare e a far crescere quelle risorse interne che ricopriranno successivamente i ruoli svolti provvisoriamente dai temporary manager.


3. Gestione dei processi di M&A

Il temporary management risulta particolarmente efficace in occasione di fusioni o acquisizioni, che sono particolarmente frequenti nelle grandi aziende e nelle multinazionali. Un temporary manager specializzato porta competenze e conoscenze utili a gestire questi processi di natura straordinaria.

Inoltre, per le M&A, Daniele sottolinea come il temporary manager assume il ruolo di terzo attore rispetto alle due parti (quella di acquirente e di acquisita). Per questo, il temporary manager, da una parte, è maggiormente “accettato” dall’azienda acquisita; dall’altra, ottiene più facilmente la fiducia della parte acquirente che, di solito, lo ha scelto. Il temporary manager è inoltre abituato a dialogare con organizzazioni diverse, in termini di cultura e modalità operative, e di farle convergere per una fusione concreta dell’organizzazione. Il temporary manager è, dunque, “ponte” tra le due parti, conclude Constantin.


4. Progetti specifici o temporanei

Il temporary management è una pratica caratterizzata da temporaneità e specializzazione. Questi due elementi risultano particolarmente interessanti per le aziende che vogliono affrontare progetti speciali (si pensi, ad esempio, all’implementazione di un nuovo sistema informatico o all’ingresso in un nuovo mercato).

Spesso, le aziende hanno tanti “sogni nel cassetto” che rimangono tali per mancanza di tempo e/o di skill specifiche. Il temporary management offre una valida soluzione. Ed è coinvolto solo per il tempo necessario. L’azienda non è quindi aggravata da risorse che verrebbero sottoutilizzate al termine del progetto.

Daniele, inoltre, aggiunge che il temporary manager porta sempre con sé un bagaglio di conoscenze e competenze diverse e nuove per l’azienda. Ciò permette di realizzare obiettivi che l’azienda non avrebbe potuto o saputo raggiungere altrimenti.


5. Accelerazione del cambiamento

Constantin ritiene che le aziende, quando si trovano in una fase di rapido cambiamento o operano in un contesto di mercato particolarmente dinamico, necessitano di accedere rapidamente a competenze specializzate. Il temporary manager fa proprio a caso loro!

Daniele fa questo esempio: una multinazionale ha recentemente acquisito diverse aziende e ha la necessità di coordinare uffici acquisti in svariati Paesi. Un temporary manager con esperienza maturata in aziende multinazionali sa già cosa fare. Il cambiamento sarà, dunque, agevolato.

Constantin aggiunge un altro elemento. Un temporary manager non ha obblighi pregressi con l’azienda committente e non ha legami storici con i manager che vi operano all’interno. Proprio questa mancata pregressa conoscenza dell’azienda permette al temporary manager di sviluppare e implementare più rapidamente le nuove strategie o processi di cui l’azienda necessita. Il temporary manager agisce come catalizzatore: porta una prospettiva esterna e una neutralità politica interna. “Il temporary management permette di navigare tra i meandri delle grandi aziende e delle multinazionali in modo nuovo e non codificato”, conclude Constantin.


6. Flessibilità e controllo dei costi

Daniele ritiene che il temporary management sia una soluzione che permette all’azienda di avere una maggiore flessibilità nella gestione delle risorse umane e nel controllo dei costi. In questo modo si evitano impegni a lungo termine associati all’assunzione di personale permanente. Ad esempio, si trasformano dei costi fissi (personale) in costi variabili (spese di consulenza).

Inoltre, in base all’evoluzione delle circostanze, l’azienda può decidere di estendere l’incarico del temporary manager o di concluderlo anticipatamente. Il temporary management incontra quindi la necessità di flessibilità nella gestione , si adatta alle condizioni in continua evoluzione del contesto.


Per le multinazionali e le grandi aziende l’importante è scegliere il temporary manager giusto

Offrire dei servizi di temporary management alle grandi aziende e alle multinazionali non è, però, cosa semplice. Innanzitutto, afferma Constantin, il livello qualitativo dei temporary manager deve essere molto alto, proprio perché si trovano a interagire con delle controparti altamente qualificate che lavorano in organizzazioni complesse e ben strutturate. Daniele, inoltre, sottolinea come questi manager debbano avere delle soft skill avanzate. Devono comprendere e far proprie in brevissimo tempo le dinamiche aziendali, per evitare di muoversi in maniera dirompente rischiando di creare ostacoli all’ottenimento dei risultati desiderati.

Sia Daniele che Constantin, poi, concordano sul fatto che il temporary manager che opera in aziende di grandi dimensioni o in multinazionali debba garantire qualità anche nella forma attraverso cui presenta le sue proposte e i progressi del suo operato. Infatti, il suo lavoro viene sottoposto al vaglio di vari enti aziendali (che possono operare addirittura in Paesi o continenti diversi!). Quindi, tutto deve essere esposto in maniera chiara, logica, precisa: il temporary manager deve agevolare la comprensione di ciò che presenta considerando gli interlocutori che ha di fronte.

Dunque, sono diversi gli aspetti da valutare quando si seleziona un temporary manager per operare all’interno di grandi aziende e multinazionali: il match adeguato è frutto di una accorta ricerca e identificazione.


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*Daniele Pezzali, per anni responsabile acquisti in grandi aziende e multinazionali, con vasta esperienza internazionale, opera ora come temporary manager e formatore aziendale sulle tematiche del procurement. È anche un prolifico autore di libri di divulgazione in materia di procurement.

**Constantin Wizemann ha una vasta esperienza nello sviluppo del business e nelle vendite in ambito internazionale come manager in aziende sia italiane che tedesche e possiede una profonda comprensione delle sfide interculturali. Oggi è il responsabile di Percinque Deutschland GmbH.


11 ottobre 2024

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