Negli anni Ottanta (e nel decennio precedente) l'eroina falciò moltissimi giovani, tanto se ne parlò nel succedersi dei governi ma nulla di concreto si fece per sconfiggere la criminalità organizzata che gestiva quel business.
A distanza di quarant'anni le generazioni sono cambiate, le droghe sono cambiate ma quel business, in mano alla criminalità organizzata, è sempre lo stesso.
In quegli anni la droga la vidi molto da vicino, forse la povertà, la grinta di emergere, i miei ideali... o semplicemente la fortuna, mi tennero fuori da quella disgrazia.
Oggi è tutto più complicato, sembra quasi che non ci siano più giovani che si droghino, invece è tutto più terribilmente mascherato!
Lo dimostrano i traffici di chi, ancora oggi, si arricchisce con le sostanze stupefacenti.
“In memoria di Davide”
Davide compagno di scuola Capelli castani, lunghi, riga in mezzo Magro come uno stecco In strada sembriamo due fratelli
Ma siamo tanto diversi Per questo forse andiamo d’accordo Indipendenti e alternativi Poi le nostre strade si separano
Quelle poche righe sulla cronaca di Milano Descrivono le tue braccia bianche, livide di buchi Nemmeno una foto ti hanno dedicato i giornali Solo poche righe per un fatto che non fa più notizia
Troppi sono i rottami della droga La tua strada è terminata in una soffitta del Ticinese Il tuo viso è solo nella mia memoria Un nodo alla gola e poi lacrime
Appresi dal Corriere della Sera, sulla cronaca di Milano, della morte di Davide, un mio ex compagno di classe che, come me, aveva appena compiuto diciotto anni. La notizia mi arrivò agli occhi quasi per caso nel tardo pomeriggio mentre andavo a scuola coi mezzi pubblici. Un articolo scarno, di poche righe, come se fosse un necrologio, rimasi scioccato, incredulo e mi misi a piangere.
Milano, febbraio 1984
Racconto tratto dal libro "Lettere di gioventù" di Daniele Pezzali edito da KDP-Amazon 2020 - (https://www.danielepezzali.com/libri).
25 gennaio 2021
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